domenica 28 settembre 2014

Malta…cose che capitano

Andare a Malta può capitare:  è vicina, è bella, l'estate dura da maggio a ottobre, è un posto strano, unico stato composto da un minuscolo "arcipelago" nel mediterraneo, oltretutto ex dominazione inglese, e capiterà a chi deciderà di concedersi una vacanza rilassante su un mare eccezionale, senza rinunciare a visitare bellezze artistiche uniche.


Alcuni miti da sfatare possono rendere ancora più interessante l'esperienza.


Little Armier Bay
La prima cosa che si sente dire di Malta è che non ha spiagge ma solo scogli e cemento, questo è vero per chi senza documentarsi, si limita a soggiornare in una delle cittadine più note, Sliema e St Julians ad esempio, o Bugibba, che sono mondane e ricche di svaghi.
Nel nord dell'isola di Malta ci sono delle spiagge sabbiose bellissime, alcune con un mare superlativo: Mellieha (o Ghedira) Bay è una bella spiaggia, forse un po' affollata, con un mare cristallino sempre pulito in cui però si tocca per decine di metri. Paradise Bay è una spiaggia molto bella e molto piccola, il Paradiso del nome viene un po' offuscato dalla vista sull'approdo del traghetto per Gozo… verso est sempre sulla penisola di Marfa, luogo affascinante e selvaggio, ci sono Armier Bay e Little Armier Bay, la nostra preferita, spiagge belle comode e non
Ramla Bay
eccessivamente frequentata, nel mare, pulitissimo e limpido i pesciolini ti fanno anche la pedicure…per chi gradisce… nel versante ovest invece troviamo Golden Bay , forse la più gettonata, probabilmente la più frequentata, sicuramente quella che ci è meno piaciuta, l'acqua caldissima, troppo, torbida e poco pulita, però seduti sulla sabbia dorata si può ammirare un tramonto sul mare unico.
Sull'isola di Gozo la grande Ramla Bay con la sua spiaggia rossa è molto affascinante e fotogenica.


Malta è caotica…certo,  la zona del conglomerato urbano attorno a Valletta è un susseguirsi di costruzioni senza soluzione di continuità dopotutto 350.000 persone in un territorio poco più grande dell'isola d'Elba da qualche parte dovranno pur vivere...ma appena ti allontani leggermente magari verso ovest, per non parlare dell'isola di Gozo riesci a percepire Malta in tutta la sua bellezza.
Molta gente incontrata ci ha messo in guardia sul traffico, la guida spericolata dei maltesi e la difficoltà a trovare parcheggio...per quanto riguarda la nostra esperienza, tutte cose in parte vere ma non così gravi da intimorire chi guida abitualmente in Italia. Purtroppo le strade sono mal tenute con l'asfalto quasi sempre e liscio che solo grazie al clima e le rare precipitazioni riesce a "tenere botta", e gli autisti dei famosi pullman maltesi guidano in modo un po' troppo "allegro".

Come detto l'estate maltese è molto lunga, le piogge sono scarse e il vento manda via le poche nuvole che si affacciano in cielo, e mitiga il caldo che è sempre secco e intenso.

L'isola è molto tranquilla, super controllata da telecamere e polizia che anche se spesso invisibile, è ovunque.

La nostra scelta è caduta su un mix che comprendesse vita di mare alternata a visita del paese.
Delle spiagge migliori ho già parlato, ma come già accennato ci sono dei luoghi imperdibili che da soli valgono la vacanza.


Grand Harbour

St John's Co-Cathedral
Innanzitutto Valletta, la capitale,  è una città bellissima: insospettabilmente curata e ben tenuta, percorrere su e giù tra le sue vie e scale che dal reticolato che formano le vie del centro scendono verso le acque della baia è molto suggestivo. Una visita alla Co-Cattedrale di St John è d'obbligo, il luogo di culto dei cavalieri di Malta è la chiesa più grande dell'isola ed è ricchissima, il fiore all'occhiello è rappresentato dalle tombe di marmo intarsiato dei cavalieri ivi sepolti che coprono tutto il pavimento, e soprattutto dalle 2 tele del Caravaggio dipinte durante il suo soggiorno maltese, San Girolamo e soprattutto la Decapitazione di San Giovanni Battista, una tela emozionante, la più grande mai realizzata dall'artista che si può ammirare nell'oratorio che ironia della sorte è stata la sede del processo proprio al Caravaggio che lo privo del titolo di cavaliere proprio di fronte al dipinto per cui era stato ingaggiato.

La Valletta


Dai giardini Upper Barrakka, da cui si possono ammirare il Grand Harbour e le Tre Città sullo sfondo, si prende un'ascensore (gratuito in discesa e a pagamento in salita, salvo poter esibire il biglietto di andata e ritorno dalle Tre Città nel qual caso è gratis!) che raggiunge l'imbarchino per attraversare la baia e raggiungere Vittoriosa Sanglea e Cospiqua. La vista del Grand Harbour dalla nave e il panorama di Valletta sono molto più interessanti della visita a Vittoriosa, carina ama nulla di più.



Mdina
Mdina è l'antica capitale di Malta, è detta la città del silenzio e appena si varcano le mura si capisce il
perché, perdersi nei suoi vicoli è uno dei must di una vacanza maltese, meravigliosa! Accanto vi è la città di Rabat è una città carina e vi sono state girate alcune scene di Munich di Spielberg, nella Wesgha tal-Maze, piazza dove consiglio di parcheggiare perché giustapposta tra Rabat e Mdina, mangiamo dei pastizzi favolosi in un posto veramente laido. Poco lontano le Dingli cliffs scogliere a picco sul mare, meritano di essere viste.

Se volete visitare l'Hypogeo Hal Saflieni una necropoli sotterranea unica al mondo patrimonio dell'Unesco bisogna prenotarsi tramite il sito del Malta Heritage, e bisogna farlo con largo anticipo, un paio di mesi a noi non sono bastati.
I templi megalitici , altra attrazione unica dell'isola patrimonio dell'Unesco, sono diversi e a meno di passioni sfrenate per l'antichità consiglio di visitarne uno, noi abbiamo optato per  quello di Ggantija sull' isola di Gozo.
Marsaxllokk è un porticciolo carino pieno delle barchette con gli occhi tipiche di Malta in cui recarsi assolutamente se volete mangiare pesce in uno dei tantissimi ristorantini del lungo mare, altrimenti si può anche perderselo.
Mosta vale una veloce visita solo al Mosta Dome. Bugibba merita se vi interessano souvenir e ristorantini sul lungo mare.
Mellieha è forse la cittadina più caratteristica arroccata com'è su una collina subito sopra la baia omonima, il suo centro non offre molto ma abbastanza per chi come noi non ha bisogno di mille ristoranti bar e negozi per essere felice, è il posto che abbiamo scelto per il nostro soggiorno, prenotando un appartamento tramite Airbnb, e che risceglieremmo, da vedere la chiesetta bassa di Maria Bambina.
Qualche km più a nord, da Cirkewwa, si prende il traghetto per Gozo dove bisogna assolutamente dedicare almeno una giornata, si imbarca la macchina e si paga al ritorno.

Cittadella,Vittoria

Gozo è affascinante e selvaggia, la Cittadella di Vittoria, la capitale, è un vero gioiello, altro punto forte della minuscola isola è senza dubbio la Azure Window, un arco naturale in mezzo al mare che assieme al Mare Interno, una specie di laghetto che tramite una galleria raggiunge il mare aperto, e il Fungus Rock, un grande scoglio sulla cui superficie si raccoglie un'erba miracolosa nota fin dai tempi dei primi cavalieri, rappresenta un tris di attrazioni naturali imperdibili.







Azure Window

Comino con la sua Blue Lagoon è bellissima, sempre che abbiate l'accortezza di partire presto al mattino e non sperare di farvi una giornata di mare rilassante, tutto meraviglioso , ma la gente è sempre tanta e lo spazio pochissimo. Certo è che il mare della laguna blu è qualcosa di unico.

Blue Lagoon


Per concludere, una vacanza a Malta è una bella esperienza, i Maltesi sono gentili, per lo più, il posto è bello e a patto di scegliere bene dove stare potreste fare una vacanza perfetta, consiglio, potendo, di prendere la macchina, e di svegliarvi presto…gli indigeni sono mattinieri!








domenica 15 giugno 2014

Icelandia 2014 : la terra del ghiaccio e del fuoco

Ecco il regalo per i miei quarantanni : un viaggio in Islanda...
... la fredda cronaca!



Optiamo per un volo Easy Jet con un solo bagaglio in due, anche per risparmiare, ma soprattutto perché ci basta, con partenza il 1 maggio e scalo notturno all'aeroporto di Londra Luton, la notte in aeroporto non ci spaventa ma questo aeroporto fa "paura", non fatelo, volete passare ore e ore in un centro commerciale al sabato pomeriggio travestito da aeroporto? allora fatelo...!

L'estenuante viaggio ci porta all'Aeroporto di Keflavik, in perfetto orario alle 9.40 del giorno 2.
Il primo approccio con l'Islanda è grandioso, in aeroporto c'è il parquet! Appena possibile usciamo all'aria aperta, l'aria è gelida il vento micidiale e un persistente odore di zolfo ci stordisce.
La percezione di essere su di un'isola è forte.

Prendiamo possesso all'autonoleggio Sixt di una verde fiammante Chevrolet Spark, questa macchinina, sarà una fedele e affidabile compagna di viaggio, ma ce lo aspettavamo, tanto da rifiutare un up-grade ad un suv ben più confortevole per poche corone in più salvo poi sottoscrivere un' assicurazione per eventuali quanto improbabili danni dovuti a non so quale intraducibile evento atmosferico islandese per la stessa cifra, questione di scelte...

Una cinquantina di km sulla strada 41 e siamo nella capitale. Reykjavik ci sembra subito una città gigantesca, a scapito dei sui 50000 abitanti circa, sembra di arrivare a Genova.
Sappiamo che il nostro albergo è vicinissimo alla cattedrale Hallgrìmskirkja che col suo campanile ci guida da lontano, così riusciamo facilmente a raggiungerlo: è una guest house (Aurora) in pieno centro con annessi appartamentini poco lontano, uno di questi ci accoglie con una pulizia e ordine che questa vacanza non ci farà mai mancare.

Proprio la cattedrale è il primo appuntamento con Reykjavik, in particolare l'ascesa al campanile e la vista che se ne gode dalla cima.
La città è proprio carina: negozi, bar e tanta gente che si prepara al venerdì sera. Giriamo il centro in lungo e in largo in cerca di tutto quello che ci può interessare. La scritta Happy hour fuori da un bellissimo locale del porto (Forettabarinn sulla Myrargata) attira le stanche membra di due poveri viaggiatori ed ecco due birrette islandesi pronte a coccolarli. Pianifichiamo il giorno successivo prima di spostarci in un ristorante li vicino (icelandic fish and chips, Geirsgata) a gustarci una cenetta a base di pesce. La notte è giovane, ma noi questa sera no, e dopo un giretto ritorniamo a casa.




3.maggio.2014. "Golden Circle" 

Golden Circle, così si chiama un gruppo di attrazioni naturali, poco distanti dalla capitale, una tappa, imperdibile, che sarà la prima del nostro tour anti-orario della terra del ghiaccio e del fuoco lungo la Hrigvellur.

Raggiunta la tangenziale, imbocchiamo la 36 per raggiungere, in mezzo a branchi di cavalli selvatici di cui faremo la conoscenza, Pingvellir: parco nazionale patrimonio dell'Unesco sede del primo parlamento democratico al mondo che racchiude al suo interno una gigantesca frattura che separa la zolla nord-americana sa quella euro-asiatica. Dopo una passeggiata suggestiva, ci spostiamo a Geyser, parcheggiata la macchina vicino al centro accoglienza che assomiglia più ad un centro commerciale, raggiungiamo l'area instabile dall'altro lato della strada, dove si trovano tutti i geyser, in particolare lo Stokkur che ogni pochi minuti regala un getto d'acqua potente e altissimo di grande effetto.

Gullfoss è la cascata più famosa di Islanda, gigantesca, incredibile, e con un vento gelido, che sferza e ghiaccia i pochi lembi di pelle liberi da cuffie e giacche, da non riuscire a camminare, le foto si sprecano, ogni angolo è bellissimo.

Ora la strada 35 ci porta a Selfoss, e come tutti i tragitti brevi o lunghi che percorreremo ci regala dei paesaggi sempre diversi e sempre unici. Una piccola spesa al supermercato e imbocchiamo la Ring road verso Skogar, una città di 20 abitanti... che incontriamo poco dopo il vulcano Eyjafjallajökull: colui che ha paralizzato l'europa nel 2010, dove dormiremo in un carinissimo bed & breakfast (la Skogar Guest House) dove la simpatica signora Sikka ci offre anche la cena.


4.maggio.2014. "La costa del sud tra oceano e ghiaccio"

Dopo una soddisfacente colazione all'americana (anche pancake sciroppo d'acero) in compagnia di una simpatica famigliola francese, il nostro macchinino ci accompagna alla vicinissima cascata Skogafoss, un salto d'acqua incredibile che vista l'ora possiamo ammirare quasi in solitudine.
Pochi km di Hringvellur e deviamo sulla destra.


La strada 218 arriva su un'alta scogliera patria del Puffin, la pulcinella di mare, uccello simbolo dell'Islanda che inseguiremo per tutto il viaggio senza trovare. Qui i paesaggi sono incredibili, e assieme alla spiaggia nera che incontra un mare tanto scuro da sembrare dello stesso colore contornata da colonne di lava fossile, che raggiungiamo poco dopo con la strada 215, sempre dalla 1, forma una zona dove fermarsi alcune mezzore sembra irrinunciabile.

Poco dopo siamo a Vik.
Vik
Quella che doveva essere la nostra prima tappa, è un paesino un po' deludente,  dove la fa da padrona una suggestiva chiesetta posta a metà di una collina, alla cui cima c'è un tipo cimiterino da cui si gode una vista grandiosa. Qui abbiamo il primo approccio con la benzina, che costa un poco meno che in Italia, e che in quasi tutti i distributori puoi farti, rigorosamente da solo, pagando solo con la carta di
credito.

Direzione Skaftafell, da qui si parte per il trekking sul ghiacciaio Vatnajökull, noi però ci fermiamo solo per il pranzo, e raggiungiamo Jökulsàrlòn, il lago ghiacciato. Qui il fiume formato dal grande ghiacciaio sfocia nell'oceano portando con se una miriade di piccoli iceberg creando un'atmosfera unica e inedita ai nostri occhi.

La tappa odierna si conclude a Hofn una cittadina silenziosa e solitaria, come tutte qui, dove però non manca un ristorante KaffiHornid presso cui ci concediamo una cenetta ittica dove incontriamo i francesi del giorno prima, e alloggiamo alla Haffnarnes, una fattoria silenziosa vicino al paese.


5.maggio.2014. "Tra bricchi innevati e renne verso Myvatn"

Partiamo presto, ma la prima vera tappa sempre sulla 1, dopo un inquietante tunnel che sembra scavato a mano nella roccia, stretto, lungo e buio con tanto di gigantesco portone tondo tipo ingresso degli inferi, l'attraversamento di un passo montano d'altri tempi su strada sterrata, con cumuli di neve di 4-5 metri per lato in cui era scavata, come al giro d'Italia del '49 di cui conservava le pendenze, ma anche la compagnia di tantissime renne tipiche della zona e alcune foche sulla riva, la facciamo ad Egilstadir, una cittadina insignificante, che per la sua posizione è un interessante crocevia, ed in particolare un ottimo punto di partenza per raggiungere il luogo deputato al nostro pranzo, Seydisfjördur.

Imbocchiamo la 93 e scaliamo un altro monte; questa volta è asfaltato, e l'assenza di nebbia e strizza, ci fa godere di un ambiente unico, così com'è immerso nella neve, che sterminata ci fa sentire oltre la barriera di Game of Thrones.
Da Seydisfjördur parte il traghetto per l'Europa, il paese ha un'atmosfera particolare, probabilmente negli anni passati ha avuto una vita differente, tuttavia non vale la meravigliosa strada che percorriamo per arrivarci.

Questa parte dell'Islanda, i fiordi orientali pur bellissima, è, a nostro parere, quella meno interessante confrontata col resto di un'isola in cui ogni centimetro fa strabuzzare gli occhi.

Arrivati ad Egilstadir riprendiamo la 1 in direzione del lago Myvatn.

Attraversiamo degli altopiani meravigliosi, tutti neri di lava e bianchi di neve.
Non possiamo non fermarci ad ammirare questa meraviglia polare. Il sole brucia sulla pelle, il termometro segna -1°, e lo sferzare di un forte vento polare, rende la sensazione unica.


Ad incrementare la stranezza, ci pensa, dopo pochissimi km, un repentino cambio del paesaggio, il nero e il bianco lasciano il posto all'ocra e il giallo del paesaggio lunare di Hverir. Scendiamo dalla macchina e un odore di zolfo al limite del sopportabile ci investe, il fumo che inonda tutto l'ambiente si sposa con le cento pozze di acqua sulfurea ribollente.

È bellissimo.


Scolliniamo, ed ecco ancora un altro tipo di vista, l'ennesima: un lago in lontananza, fumo di sorgenti termali qua e la e tutta lava nera e verdastro intorno.


Arriviamo a Reykjahlìd, nell'omonimo hotel ci attende una bella stanza vista lago, e una ragazza, solitamente gentile, ma insolitamente carina, che ci indica la strada per i bagni termali di Myvatn e ci fornisce degli asciugamani per andarci. I Myvatn Natural Bath sono molto belli, i secondi per importanza e dimensione dopo la Blue Lagoon, vicino alla capitale, dove noi per opportunità più che per scelta non andremo. 
Acqua sulfurea azzurra a 35°- 40° in mezzo ai vulcani con vista sugli altopiani innevati...imperdibile.
La sera ceniamo in un ristorante vicino all'hotel, l'unico.


6.maggio.2014. "Il grande nord"

Una stupenda colazione ci da il buongiorno, la nostra inconfondibile auto, ci fa fare amicizia con due ragazzi inglesi con cui ci siamo incrociati il giorno prima in mezzo al nulla e che, grazie a lei ci riconoscono. Le tappe plausibili sono poche ed è facile incontrare la stessa gente più volte.


A pochi passi dall'albergo visitiamo le pozze di Grotagna e le falde di Storagja, perdibili.

Imperdibile è invece, poco lontano l'ascesa a piedi al vulcano Hverfell. Un'esperienza unica, bellissimo da sotto da sopra da dentro da fuori, costa una sudatina, ma che sarà mai.

Poco lontano arriviamo al campo di lava di Dimmuborgir. Ci sono diverse possibilità di percorsi per muoversi all'interno del parco, ognuno corredato da lunghezza e tempo di percorrenza, uno dei due più brevi è sicuramente sufficiente per apprezzare un luogo, in ogni caso suggestivo.
Accenniamo una passeggiata in un boschetto sul lago,ma desistiamo quasi subito per fermarci a sud del Mivatn tra Skutustadir e Arnarvatn dove si gode un panorama straordinario con piccole collinette che sembrano vulcani e la parte del lago ghiacciato. qui benzina e Souvenir.

Riprendiamo la 1 verso ovest e dopo qualche decina di km ci fermiamo alle spettacolari cascate Godafoss, eccezionali.

Passiamo per Akureyri, la capitale del nord senza fermarci, e imbocchiamo la 82 verso nord entrando nell'affascinante penisola di Tröllaskagi.
La nostra meta è Siglufjördur il posto più a nord che raggiungeremo; arrivati al paesino tramite un lunghissimo tunnel che da una decina di anni lo collega al lato est della penisola, ce ne innamoriamo subito, è desolato e unico, un tempo era la capitale della pesca all'aringa e migliaia di addetti vi lavoravano tutto l'anno, ora si sta riprendendo dalla lunga crisi che l'ha colpito, è magnifico così com'è silenzioso adagiato in un'insenatura tra alte montagne innevate, qui il panorama è ancora diverso e, come il tempo , cambia sempre.


Ci mettiamo un po' a trovare l'albergo (Sigluness) ma in compenso appena lo troviamo è chiuso,
chiamiamo il proprietario che gentilissimo arriva subito e ci offre pure una birretta, oltre a illustrarci in una grande cartina d'epoca la strada da fare il giorno successivo, ci accompagna alla stanza e si congeda.
Il posto è carino sembra uscito da un film di Kaurismaki, tutto è volutamente vintage.
La struttura è al completo c'è un gruppo di americani, che vengono a sciare da queste parti.
Un piccolo relax ci separa da un giretto nel paese deserto che ci ricorderemo.
Ceniamo in un pub e, in piena luce, verso le 23 ci ritiriamo in quanto domani ci aspetta una tappa molto tosta.


7.maggio.2014."Occidente islandese"

Ci svegliamo molto presto, in macchina ci aspetta la colazione...oggi abbiamo tanta strada da fare e tante cose da vedere, a cominciare dalla Corniche con vista sul polo nord che percorriamo alle 7 del mattino desolata e vertiginosa a strapiombo sul mar Glaciale Artico, non prima di aver infilato un tunnel, il più inquietante possibile che ci apre la strada sulla costa.
Una piccola sosta a vedere e fotografare gli isolotti del fiordo Skagafjördur è immancabile, non foss'altro per il nome.
Una breve pausa alla chiesetta di Hofsòs, sempre sulla 76, quindi dalla 75 imbocchiamo la stradina interna 744 per attraversare la penisola di Skagi fino a raggiungere Blonduòs con la 74 per pausa benzina e colazione.


Ci reimmetiamo sulla Hringvegur ma presto imbocchiamo la 716 per il giro della penisola di Vatnsnes, bellissima, con un paesaggio più "nostrano" che dovrebbe essere il paradiso delle foche, peccato che noi non ne incontriamo, e che il sito principale dove se ne dovrebbero trovare, Hindisvik, sia chiuso da tempo, la costa è bellissima in particolare la zona denominata Hvitserku, col suo gigantesco faraglione, protagonista della leggenda che lo vuole troll pietrificato per essersi avvicinato troppo ad un monastero.
Il Panorama e tanto bello quanto diverso da tutti gli altri già visti.

Lasciamo la penisola di Vatnsness, rieccoci sulla 1, poco dopo svoltiamo sinistra sulla 68, strada che con più tempo a disposizione ci avrebbe portati agli agognati fiordi nord occidentali, solo per imboccare la 59, una strada sterrata ma assolutamente in ordine, come quasi tutte che ci porta a Budardalur, dove facciamo il pieno di materiale turistico.

Stykkishölmur

Un'altra strada ghiaiosa, la 54 ci da il benvenuto nella penisola di Snæfellsnes.
Eccoci arrivato dopo poco a Stykkishölmur, da qui partono i traghetti per i territori del nord-ovest.
La zona del porto con lo stranissimo promontorio che la domina è bellissimo, poco islandese, ma super suggestivo.

Ancora una trentina di chilometri e questa interminabile tappa sarà finita.

Raggiungiamo Grundarfiördur, troviamo facilmente la casetta rossa sede della recepito della Guesthouse prenotata e pagata da casa, raggiungiamo la struttura dove dormiremo che è poco distante, vicino al porto. Non che sia un granché da fuori, dentro è tutto perfetto come ovunque, ma ha una vista spettacolare sul Kirkjufell un monte dalla strana forma conica che cambia da ogni angolatura, protagonista assoluto di tutti i siti turistici islandesi, ma che qui sembra conoscano pochino tutti...
cena al pub del posto, dove incontriamo la coppia di catalani già incontrati due sere prima a Myvatn, e sul Hverfell.

8.maggio.2014."Reykjavik, arriviamo!"



Sveglia presto (non quanto i catalani che stanno già partendo), e subito andiamo alle pendici del Kirkjufell, purtroppo la giornata non è bella come ieri anzi, peggiorerà sempre più.

Giriamo lungo il perimetro della Snæfellsnes sempre lungo la 54 sotto la pioggia. Poco do hellisandur ci infiliamo in una stradina poco sterrata in direzione Onderverdarness, in cerca della spiaggia Skardsvik, la leggenda narra che sia il luogo di sepoltura di un potente re vichingo che la scelse per la sua bellezza, e in effetti è molto bella, unica nel suo genere, le solite rocce nere di lava contrastano in un modo che non ti aspetti con l'insolita spiaggia dorata.

Abbiamo la malaugurata idea di proseguire lungo la stradina che diventa sempre più brutta fino all'impraticabile, facendoci temere il peggio per il nostro mezzo, solo per raggiungere un posto assolutamente perdibile per lo standard del luogo.
Sfioriamo Dritvik e ci fermiamo un po' a Djupalonssandur, le cui scogliere meritano la nostra attenzione.
Arriviamo ad Arnastapi, ora la pioggia è ingestibile. Da qui partono le escursioni per la bocca del vulcano Snæfellsjökull, ormai inattivo e trasformatosi in ghiacciaio, ingresso per raggiungere il centro della terra nel romanzo di Jules Verne. Da qualche parte c'è un monumento con indicate le distanze da molti luoghi famosi sulla terra passando appunto per il centro della terra, ma noi non riusciamo a trovarlo. Incontriamo invece la coppia inglese di un paio di giorni prima.

Proseguiamo sulla costa e aggiungiamo, al secondo tentativo la chiesetta nera di Budir, bellissima e dopo aver contemplato il luogo in modo congruo, partiamo in direzione Reykjavik, dove passeremo l'ultima notte che raggiungiamo in poche ore dopo una pausa nella cittadina di Borgarness, nulla di che, e soprattutto dopo aver attraversato il Tunnel sottomarino che si imbocca all'altezza di Akranes e per sette km ti fa viaggiare sotto il mare...ma quando ci ricapita...

Eccoci nella capitale col metodo del primo giorno raggiungiamo l'albergo, e ci sistemiamo nell'appartamento vicino a quello dell'altra volta, l'host, entusiasta per la mia recensione giustapposta su booking.com mi fa uno sconto di tutto rispetto.

Ultimo giro della città e cena in un bellissimo locale sulla Austurstæti ( Laundromat caffè) very cool.

L'ultimo giorno è finito.

Ripartiamo la mattina successiva dopo aver posato la macchina e disfatto un bagaglio troppo pesante davanti al check-in, tristi, con poca voglia di tornare e con la consapevolezza che un posto così bello non ci capiterà presto, ma che fortunatamente ci rimarrà per sempre nel cuore.

Buon Compleanno Gian
Grazie B




Riepilogo

Alberghi:

  • Reykjavik, Guest House Aurora  voto 8,5
  • Skogar, Skogar Guest House 7,5
  • Hofn, Hafnarnes 7
  • Reykjalid, Hotel Reykjalid voto 9
  • Siglufjördur, Siglunes Guest House voto 7,5
  • Grundarfjördur, Grundarfjördur Guest House voto 7

Percorrenze:

  1. 2 maggio: 50 km
  2. 3 maggio: 340 km
  3. 4 maggio: 350 km
  4. 5 maggio: 511 km
  5. 6 maggio: 225 km
  6. 7 maggio: 503 km
  7. 8 maggio: 324 km
  8. 9 maggio: 50 km
Totale : 2353 km


















9 NO

  1. È cara come si pensa l'Islanda?    NO
  2. È selvatica ed inospitale?      NO
  3. Le ragazze islandesi sono tutte belle?   NO
  4. È complicato trovare cibo di gradimento standard?       NO
  5. È vero che bisogna assolutamente affittare una macchina 4x4?     NO
  6. I dossi dissuasori sono ben visibili?    NO
  7. I puffin sono ovunque?    NO
  8. L'aurora Boreale si vede sempre?   NO
  9. Gli Islandesi sono freddi e scortesi?   NO


Playlist Icelandia



  1. Kings of Leon - Last mile home
  2. Of Monsters and men - Dirty Paws
  3. Ray LaMontagne - Trouble
  4. The decemberist - Los Angeles I'm yours
  5. Leonard Cohen - Dance me to the end of love
  6. London Grammar - Nightcall
  7. Zibba - Senza di te
  8. Beirut - Nantes
  9. Edie Brickell - For the time being
  10. Pearl Jam - Sleeping by myself
  11. Devendra Banhart - Baby
  12. God help the girl - God help the girl
  13. J.Johnson & M.Costa - Lullaby
  14. Josè Gonzales - Heatbeats
  15. Milky Chance - Stolen Dance
  16. Santa Esmeralda - You're my everything
  17. Jackson Browne - These Days
  18. Bugo - Nel giro giusto
  19. R.& L. Thompson -  I want to see the bright lights tonight
  20. Badfinger - Baby blue
  21. Riccardo Senigaglia - Prima di andare via

venerdì 4 aprile 2014

7 Psicopatici di Martin McDonagh

Come si può, dopo un piccolo gioiellino qual'è "In Bruges" concepire un film simile, una brutta copia di The Snatch di Guy Richie (non del Posto delle fragole...), scomodando oltretutto il sempre eccelso Christofer Walken e distogliendo il povero Tom Waits dal suo hobby preferito, il tabagismo.
C'è qualche piccola scena o frase da appuntare, ok, ma è sicuramente meglio rivedersi per la ventunesima volta Pulp Fiction, o un qualsiasi film di Tarantino al quale cerca di ispirarsi, ma a questo punto anche di Muccino...
Bocciatissimo

venerdì 28 febbraio 2014

TotoOscar 2014

Ogni anno da tanti anni in famiglia facciamo il TotoOscar, una semplicissima gara a chi ne indovina di più, certo i risultati sono distanti rispetto alla realtà, un po' la diversa percezione che ha un italiano o europeo rispetto agli americani, un po' l'infinità di oscar tecnici complicati da giudicare, e un po' l'impossibilità di decifrare i giochi di potere interni all'Academy, sono complicazioni che cultura conoscenza studio e azzardo non riescono a superare.

A prescindere dalle mie previsioni voglio fare una mia personalissima classifica dei nove film candidati e delle interpretazioni degli attori e attrici protagonisti, considerando che il film per me più bello tra tutti quelli presi in considerazione dal'Academy, che però non è stato prescelto per la statuetta più importante è "I segreti di Osage County".



Miglior film

  1. Nebraska
  2. Philomena
  3. Wolf of Wall Street
  4. Dallas Buyers Club
  5. Gravity
  6. American Hustle
  7. Captain Philips
  8. 12 anni schiavo
  9. Her





Miglior attore protagonista

  1. Leonardo Di Caprio
  2. Matthew McConaughey
  3. Bruce Dern
  4. Chivetel Ejiofor
  5. Christian Bale
Miglior attrice protagonista
  1. Amy Adams
  2. Meryl Streep
  3. Sandra Bullock
  4. Cate Blanchett
  5. Judy Dench






lunedì 17 febbraio 2014

Starbuck di Ken Scott

Ecco, a volte capita di scovare per caso un film , magari con un titolo orribile con un regista e degli attori sconosciuti e trovare un piccolo gioiello.
Questo film è una piccola commedia canadese, con una storia tanto inverosimile quanto bella e ben orchestrata.
David Wozniak (Patrick Huard), è un quaracinquenne Peter Pan che lavora nella macelleria che ha fondato il padre immigrato polacco, in Quebec. Negli anni '80 col fine di raccogliere soldi per un nobile scopo, ha donato una quantità imbarazzante di sperma a una banca del seme, e ora molti dei sui 533 figli, vogliono sapere chi è.
Inizialmente si spaventa ma subito cerca di sapere di più sui suoi figli biologici e ne diventa una sorta di angelo custode.

Un film davvero carino e riuscito, in cui l'unica nota stonata è il titolo italiano o meglio il sottotitolo....Starbucks-533 figli e non saperlo...

sabato 15 febbraio 2014

Alexander Payne Top 5

Bravo regista Alexander Payne, col tempo penso possa diventare davvero un grande, e creare un capolavoro, con Paradiso amaro si è già molto avvicinato, questa la mia Top5:


  1. Paradiso Amaro - 2011 - Il migliore, tra i film migliori di quell'anno in assoluto.
  2. Sideways - 2004 - Divertente e originalissimo, Paul Giamatti grandissimo.
  3. Nebraska - 2013 - Una bella storia con un eccezionale Bruce Dern, il colore forse l'avrebbe valorizzato.
  4. A proposito di Schmidt - 2002 - Ben fatto, non certo un capolavoro, Jack Nicholson, troppe smorfie.
  5. Election - 1999 - Una commedia non più che carina, molto distante dagli altri.

Nebraska

 Woody Grant (Bruce Dern) è un vecchio alcolizzato, vive nel Montana, e piano piano "perde i colpi". E' convinto di aver vinto un milione di dollari e di doverlo andare a ritirare a Lincoln nel Nebraska. Il figlio David (Will Forte)
stufo di doverlo andare a recuperare in tutti i cavalcavia e le periferie della città, decide di mettersi in viaggio con lui verso la capitale del Nebraska per fargli toccare con mano la realtà, visto che Woody in nessuna maniera si riesce a convincere. Nel tragitto dopo una breve pausa al monte Rushmore, hanno modo di passare a trovare amici e parenti (serpenti) nella città che hanno abbandonato per il Montana, ma soprattutto sarà l'occasione, unica, di trascorrere un po di tempo col vecchio padre che si sta spegnendo.
Bello e commovente, ma anche divertente, Alexander Payne è una garanzia.


venerdì 14 febbraio 2014

Philomena

Philomena è una donna anziana, irlandese di Limerick, ora vive a Londra con la figlia Jane, cameriera, che una sera durante una festa conosce per caso Martin Sixsmith un giornalista politico ex inviato, ex collaboratore del governo Blair, ed ex....cattolico. Jane ha appena scoperto che la madre esattamente 50 anni prima ha avuto un figlio che le è stato portato via dalle suore che l'hanno accudita dopo la nascita, racconta la storia a Martin che dopo una breve esitazione accetta di incontare Philomena, la sua vicenda lo appassionerà. Martin e Philomena cominceranno insieme un'indagine a ritroso alla ricerca del figlio che li porterà fino negli Stati Uniti, con rivelazioni sconcertanti.
Una storia unica , molto bella e toccante.

Rocky


mercoledì 12 febbraio 2014

La stanza del vescovo di Dino Risi 1977

Lago Maggiore 1946, Temistocle Mario Orimbelli (Ugo Tognazzi) è un ex militante del partito fascista, che vive da mantenuto con la moglie Cleofe Berlusconi di cui è un succube-ribelle, e la giovane cognata Matilde (una bellissima Ornella Muti).
Sul molo del paesino vicino alla loro bellissima villa, un giorno, Temistocle incontra Marco Maffei appena tornato dopo essersi nascosto in Svizzera dalla guerra. Tra i due si crea un rapporto di complicità da subito, Temistocle, godereccio istrionico e inaffidabile, vede in lui una fuga dalla solita vita al giogo della famiglia della moglie, dapprima lo ospita in casa, nella stanza del vescovo che dà appunto il titolo al film, e quindi intraprende con lui una piccola vacanza non priva di avventure galanti.
La storia prosegue coinvolgendo la bella cognata in una sorta di triangolo e varie gag del miglior Tognazzi "sporcaccione" ad un finale molto particolare ed inaspettato.
Dal romanzo di Piero Chiara un film a cui non pesano i quasi quarantanni, che gli amanti del cinema italiano ameranno e i fans di Ugo Tognazzi non possono non aver già visto. Da vedere.


Patrick Dewaere con Ugo Tognazzi
La parte di Marco è interpretata da Patrick Dewaere un attore francese sconosciuto, almeno a me, fino ad ora, e sicuramente a molti della mia generazione. Promettente, bravo e bello, è stato molto popolare ed ebbe molto successo soprattutto nel suo paese negli anni '70, nonostante questo venne trovato morto suicida nel suo appartamento di Parigi nel 1982. Dall'anno successivo gli è stato intitolato un premio, il "Patrick Dewaere Award"che ricompensa ogni anno le promesse del cinema francese.