... la fredda cronaca!
L'estenuante viaggio ci porta all'Aeroporto di Keflavik, in perfetto orario alle 9.40 del giorno 2.
Il primo approccio con l'Islanda è grandioso, in aeroporto c'è il parquet! Appena possibile usciamo all'aria aperta, l'aria è gelida il vento micidiale e un persistente odore di zolfo ci stordisce.
La percezione di essere su di un'isola è forte.
Prendiamo possesso all'autonoleggio Sixt di una verde fiammante Chevrolet Spark, questa macchinina, sarà una fedele e affidabile compagna di viaggio, ma ce lo aspettavamo, tanto da rifiutare un up-grade ad un suv ben più confortevole per poche corone in più salvo poi sottoscrivere un' assicurazione per eventuali quanto improbabili danni dovuti a non so quale intraducibile evento atmosferico islandese per la stessa cifra, questione di scelte...
Una cinquantina di km sulla strada 41 e siamo nella capitale. Reykjavik ci sembra subito una città gigantesca, a scapito dei sui 50000 abitanti circa, sembra di arrivare a Genova.
Sappiamo che il nostro albergo è vicinissimo alla cattedrale Hallgrìmskirkja che col suo campanile ci guida da lontano, così riusciamo facilmente a raggiungerlo: è una guest house (Aurora) in pieno centro con annessi appartamentini poco lontano, uno di questi ci accoglie con una pulizia e ordine che questa vacanza non ci farà mai mancare.
Proprio la cattedrale è il primo appuntamento con Reykjavik, in particolare l'ascesa al campanile e la vista che se ne gode dalla cima.
La città è proprio carina: negozi, bar e tanta gente che si prepara al venerdì sera. Giriamo il centro in lungo e in largo in cerca di tutto quello che ci può interessare. La scritta Happy hour fuori da un bellissimo locale del porto (Forettabarinn sulla Myrargata) attira le stanche membra di due poveri viaggiatori ed ecco due birrette islandesi pronte a coccolarli. Pianifichiamo il giorno successivo prima di spostarci in un ristorante li vicino (icelandic fish and chips, Geirsgata) a gustarci una cenetta a base di pesce. La notte è giovane, ma noi questa sera no, e dopo un giretto ritorniamo a casa.
3.maggio.2014. "Golden Circle"
Golden Circle, così si chiama un gruppo di attrazioni naturali, poco distanti dalla capitale, una tappa, imperdibile, che sarà la prima del nostro tour anti-orario della terra del ghiaccio e del fuoco lungo la Hrigvellur.
Raggiunta la tangenziale, imbocchiamo la
Gullfoss è la cascata più famosa di Islanda, gigantesca, incredibile, e con un vento gelido, che sferza e ghiaccia i pochi lembi di pelle liberi da cuffie e giacche, da non riuscire a camminare, le foto si sprecano, ogni angolo è bellissimo.
Ora la strada
4.maggio.2014. "La costa del sud tra oceano e ghiaccio"
Dopo una soddisfacente colazione all'americana (anche pancake sciroppo d'acero) in compagnia di una simpatica famigliola francese, il nostro macchinino ci accompagna alla vicinissima cascata Skogafoss, un salto d'acqua incredibile che vista l'ora possiamo ammirare quasi in solitudine.
Pochi km di Hringvellur e deviamo sulla destra.
La strada
Poco dopo siamo a Vik.
Vik |
credito.
Direzione Skaftafell, da qui si parte per il trekking sul ghiacciaio Vatnajökull, noi però ci fermiamo solo per il pranzo, e raggiungiamo Jökulsàrlòn, il lago ghiacciato. Qui il fiume formato dal grande ghiacciaio sfocia nell'oceano portando con se una miriade di piccoli iceberg creando un'atmosfera unica e inedita ai nostri occhi.
La tappa odierna si conclude a Hofn una cittadina silenziosa e solitaria, come tutte qui, dove però non manca un ristorante KaffiHornid presso cui ci concediamo una cenetta ittica dove incontriamo i francesi del giorno prima, e alloggiamo alla Haffnarnes, una fattoria silenziosa vicino al paese.
5.maggio.2014. "Tra bricchi innevati e renne verso Myvatn"
Partiamo presto, ma la prima vera tappa sempre sulla
Imbocchiamo la
Da Seydisfjördur parte il traghetto per l'Europa, il paese ha un'atmosfera particolare, probabilmente negli anni passati ha avuto una vita differente, tuttavia non vale la meravigliosa strada che percorriamo per arrivarci.
Questa parte dell'Islanda, i fiordi orientali pur bellissima, è, a nostro parere, quella meno interessante confrontata col resto di un'isola in cui ogni centimetro fa strabuzzare gli occhi.
Arrivati ad Egilstadir riprendiamo la
Attraversiamo degli altopiani meravigliosi, tutti neri di lava e bianchi di neve.
Non possiamo non fermarci ad ammirare questa meraviglia polare. Il sole brucia sulla pelle, il termometro segna -1°, e lo sferzare di un forte vento polare, rende la sensazione unica.
Ad incrementare la stranezza, ci pensa, dopo pochissimi km, un repentino cambio del paesaggio, il nero e il bianco lasciano il posto all'ocra e il giallo del paesaggio lunare di Hverir. Scendiamo dalla macchina e un odore di zolfo al limite del sopportabile ci investe, il fumo che inonda tutto l'ambiente si sposa con le cento pozze di acqua sulfurea ribollente.
È bellissimo.
Scolliniamo, ed ecco ancora un altro tipo di vista, l'ennesima: un lago in lontananza, fumo di sorgenti termali qua e la e tutta lava nera e verdastro intorno.
Arriviamo a Reykjahlìd, nell'omonimo hotel ci attende una bella stanza vista lago, e una ragazza, solitamente gentile, ma insolitamente carina, che ci indica la strada per i bagni termali di Myvatn e ci fornisce degli asciugamani per andarci. I Myvatn Natural Bath sono molto belli, i secondi per importanza e dimensione dopo la Blue Lagoon, vicino alla capitale, dove noi per opportunità più che per scelta non andremo.
Acqua sulfurea azzurra a 35°- 40° in mezzo ai vulcani con vista sugli altopiani innevati...imperdibile.
La sera ceniamo in un ristorante vicino all'hotel, l'unico.
6.maggio.2014. "Il grande nord"
Una stupenda colazione ci da il buongiorno, la nostra inconfondibile auto, ci fa fare amicizia con due ragazzi inglesi con cui ci siamo incrociati il giorno prima in mezzo al nulla e che, grazie a lei ci riconoscono. Le tappe plausibili sono poche ed è facile incontrare la stessa gente più volte.
A pochi passi dall'albergo visitiamo le pozze di Grotagna e le falde di Storagja, perdibili.
Imperdibile è invece, poco lontano l'ascesa a piedi al vulcano Hverfell. Un'esperienza unica, bellissimo da sotto da sopra da dentro da fuori, costa una sudatina, ma che sarà mai.
Poco lontano arriviamo al campo di lava di Dimmuborgir. Ci sono diverse possibilità di percorsi per muoversi all'interno del parco, ognuno corredato da lunghezza e tempo di percorrenza, uno dei due più brevi è sicuramente sufficiente per apprezzare un luogo, in ogni caso suggestivo.
Accenniamo una passeggiata in un boschetto sul lago,ma desistiamo quasi subito per fermarci a sud del Mivatn tra Skutustadir e Arnarvatn dove si gode un panorama straordinario con piccole collinette che sembrano vulcani e la parte del lago ghiacciato. qui benzina e Souvenir.
Riprendiamo la
Passiamo per Akureyri, la capitale del nord senza fermarci, e imbocchiamo la
La nostra meta è Siglufjördur il posto più a nord che raggiungeremo; arrivati al paesino tramite un lunghissimo tunnel che da una decina di anni lo collega al lato est della penisola, ce ne innamoriamo subito, è desolato e unico, un tempo era la capitale della pesca all'aringa e migliaia di addetti vi lavoravano tutto l'anno, ora si sta riprendendo dalla lunga crisi che l'ha colpito, è magnifico così com'è silenzioso adagiato in un'insenatura tra alte montagne innevate, qui il panorama è ancora diverso e, come il tempo , cambia sempre.
Ci mettiamo un po' a trovare l'albergo (Sigluness) ma in compenso appena lo troviamo è chiuso,
chiamiamo il proprietario che gentilissimo arriva subito e ci offre pure una birretta, oltre a illustrarci in una grande cartina d'epoca la strada da fare il giorno successivo, ci accompagna alla stanza e si congeda.
Il posto è carino sembra uscito da un film di Kaurismaki, tutto è volutamente vintage.
La struttura è al completo c'è un gruppo di americani, che vengono a sciare da queste parti.
Un piccolo relax ci separa da un giretto nel paese deserto che ci ricorderemo.
Ceniamo in un pub e, in piena luce, verso le 23 ci ritiriamo in quanto domani ci aspetta una tappa molto tosta.
Ci svegliamo molto presto, in macchina ci aspetta la colazione...oggi abbiamo tanta strada da fare e tante cose da vedere, a cominciare dalla Corniche con vista sul polo nord che percorriamo alle 7 del mattino desolata e vertiginosa a strapiombo sul mar Glaciale Artico, non prima di aver infilato un tunnel, il più inquietante possibile che ci apre la strada sulla costa.
Una piccola sosta a vedere e fotografare gli isolotti del fiordo Skagafjördur è immancabile, non foss'altro per il nome.
Una breve pausa alla chiesetta di Hofsòs, sempre sulla
Ci reimmetiamo sulla Hringvegur ma presto imbocchiamo la
Il Panorama e tanto bello quanto diverso da tutti gli altri già visti.
Lasciamo la penisola di Vatnsness, rieccoci sulla 1, poco dopo svoltiamo sinistra sulla
Stykkishölmur |
Un'altra strada ghiaiosa, la
Eccoci arrivato dopo poco a Stykkishölmur, da qui partono i traghetti per i territori del nord-ovest.
La zona del porto con lo stranissimo promontorio che la domina è bellissimo, poco islandese, ma super suggestivo.
Ancora una trentina di chilometri e questa interminabile tappa sarà finita.
Raggiungiamo Grundarfiördur, troviamo facilmente la casetta rossa sede della recepito della Guesthouse prenotata e pagata da casa, raggiungiamo la struttura dove dormiremo che è poco distante, vicino al porto. Non che sia un granché da fuori, dentro è tutto perfetto come ovunque, ma ha una vista spettacolare sul Kirkjufell un monte dalla strana forma conica che cambia da ogni angolatura, protagonista assoluto di tutti i siti turistici islandesi, ma che qui sembra conoscano pochino tutti...
cena al pub del posto, dove incontriamo la coppia di catalani già incontrati due sere prima a Myvatn, e sul Hverfell.
8.maggio.2014."Reykjavik, arriviamo!"
Sveglia presto (non quanto i catalani che stanno già partendo), e subito andiamo alle pendici del Kirkjufell, purtroppo la giornata non è bella come ieri anzi, peggiorerà sempre più.
Giriamo lungo il perimetro della Snæfellsnes sempre lungo la
Abbiamo la malaugurata idea di proseguire lungo la stradina che diventa sempre più brutta fino all'impraticabile, facendoci temere il peggio per il nostro mezzo, solo per raggiungere un posto assolutamente perdibile per lo standard del luogo.
Sfioriamo Dritvik e ci fermiamo un po' a Djupalonssandur, le cui scogliere meritano la nostra attenzione.
Arriviamo ad Arnastapi, ora la pioggia è ingestibile. Da qui partono le escursioni per la bocca del vulcano Snæfellsjökull, ormai inattivo e trasformatosi in ghiacciaio, ingresso per raggiungere il centro della terra nel romanzo di Jules Verne. Da qualche parte c'è un monumento con indicate le distanze da molti luoghi famosi sulla terra passando appunto per il centro della terra, ma noi non riusciamo a trovarlo. Incontriamo invece la coppia inglese di un paio di giorni prima.
Proseguiamo sulla costa e aggiungiamo, al secondo tentativo la chiesetta nera di Budir, bellissima e dopo aver contemplato il luogo in modo congruo, partiamo in direzione Reykjavik, dove passeremo l'ultima notte che raggiungiamo in poche ore dopo una pausa nella cittadina di Borgarness, nulla di che, e soprattutto dopo aver attraversato il Tunnel sottomarino che si imbocca all'altezza di Akranes e per sette km ti fa viaggiare sotto il mare...ma quando ci ricapita...
Eccoci nella capitale col metodo del primo giorno raggiungiamo l'albergo, e ci sistemiamo nell'appartamento vicino a quello dell'altra volta, l'host, entusiasta per la mia recensione giustapposta su booking.com mi fa uno sconto di tutto rispetto.
Ultimo giro della città e cena in un bellissimo locale sulla Austurstæti ( Laundromat caffè) very cool.
L'ultimo giorno è finito.
Ripartiamo la mattina successiva dopo aver posato la macchina e disfatto un bagaglio troppo pesante davanti al check-in, tristi, con poca voglia di tornare e con la consapevolezza che un posto così bello non ci capiterà presto, ma che fortunatamente ci rimarrà per sempre nel cuore.
Buon Compleanno Gian
Grazie B
Riepilogo
Alberghi:
- Reykjavik, Guest House Aurora voto 8,5
- Skogar, Skogar Guest House 7,5
- Hofn, Hafnarnes 7
- Reykjalid, Hotel Reykjalid voto 9
- Siglufjördur, Siglunes Guest House voto 7,5
- Grundarfjördur, Grundarfjördur Guest House voto 7
Percorrenze:
- 2 maggio: 50 km
- 3 maggio: 340 km
- 4 maggio: 350 km
- 5 maggio: 511 km
- 6 maggio: 225 km
- 7 maggio: 503 km
- 8 maggio: 324 km
- 9 maggio: 50 km
Totale : 2353 km
9 NO
- È cara come si pensa l'Islanda? NO
- È selvatica ed inospitale? NO
- Le ragazze islandesi sono tutte belle? NO
- È complicato trovare cibo di gradimento standard? NO
- È vero che bisogna assolutamente affittare una macchina 4x4? NO
- I dossi dissuasori sono ben visibili? NO
- I puffin sono ovunque? NO
- L'aurora Boreale si vede sempre? NO
- Gli Islandesi sono freddi e scortesi? NO
- Kings of Leon - Last mile home
- Of Monsters and men - Dirty Paws
- Ray LaMontagne - Trouble
- The decemberist - Los Angeles I'm yours
- Leonard Cohen - Dance me to the end of love
- London Grammar - Nightcall
- Zibba - Senza di te
- Beirut - Nantes
- Edie Brickell - For the time being
- Pearl Jam - Sleeping by myself
- Devendra Banhart - Baby
- God help the girl - God help the girl
- J.Johnson & M.Costa - Lullaby
- Josè Gonzales - Heatbeats
- Milky Chance - Stolen Dance
- Santa Esmeralda - You're my everything
- Jackson Browne - These Days
- Bugo - Nel giro giusto
- R.& L. Thompson - I want to see the bright lights tonight
- Badfinger - Baby blue
- Riccardo Senigaglia - Prima di andare via
4 commenti:
Bello Jean....ti seguiro' su questo Blog!
Anzi spero di poter fare un viaggetto insieme, e qualche Volta!
Ah...complimenti x la recensione del vostro viaggio, molto interessante x chi, come il sottoscritto, non è mai stato in Islanda.
A presto....
Corrado
ma dai Corrado organizziamoci per un ape qualche sera !!!saluti alla Gabri
Splendido racconto di viaggio, well done! Volevo andarci quest'anno in Islanda, ma per un soffio non ci sono riuscita. Confidiamo nel prossimo anno.
grazie. spero tu ci possa andare presto, merita davvero!
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