martedì 15 aprile 2008

Grande Gatsby



Ho visto il Grande Gatsby, film del 1974. Anni fa avevo letto il libro e mi era piaciuto molto (oltretutto viene citato in 2 dei libri della mia vita, indovinate quali...). Il film non è all'altezza del romanzo, quasi tutti i film tratti da un capolavoro non sono tali, come quasi tutte le pellicole capolavoro non derivano da un grande scritto, certo c'è qualche piccola eccezione ma niente di eclatante. Francis Ford Coppola è lo sceneggiatore e in effetti non si sbattuto troppo. La critica principale che muovono al film i critici è l'inadeguatezza del cast eccezion fatta per il vero protagonista Sam Waterson. Posso essere d'accordo con la scelta di Mia Farrow,a mio parere assolutamente inadeguata nel ruolo di Daisy, ma credo che chiunque abbia letto il libro, beh, negli ultimi quarant'anni, a non aver identificato la bella faccia di Gatsby con quella di Robert Redford.
Tutto sommato è un film godibile, al quale un taglio di una mezz'oretta avrebbe giovato.
Questo è l'incipit sia del libro che del romanzo:

Negli anni più vulnerabili della mia giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente.
"Quando ti vien voglia di criticare qualcuno" mi disse "ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu." Non disse altro, ma eravamo sempre stati insolitamente comunicativi nonostante il nostro riserbo, e capii che voleva dire molto più di questo.
Perciò ho la tendenza a evitare ogni giudizio, una abitudine che oltre a rivelarmi molti caratteri strani mi ha anche reso vittima di non pochi scocciatori inveterati.
La mente è pronta a scoprire questa particolarità ed aggrapparvisi...



Quanti hanno "la tendenza ad evitare ogni giudizio"?
Ma è giusto?
Il problema credo sia la misura, come in tutte le cose.
La mia educazione, il "codice" di comportamento che mi sforzo di impormi a volte mi obbliga a giudicare inadeguati, modi di fare di persone che non essendo più gli anni venti di Gatsby, hanno avuto le mie stesse possibilità, e nonostante questo perdono ogni volta l'occasione di essere "all'altezza".
Questi stessi modi di fare sfuggono a molti che additano un giudizio di questo tipo come manifestazione di intransigenza.
Alle volte situazioni di poco conto vengono tralasciate, ma capita che piccole cose capitate e sottratte al nostro giudizio per "quieto vivere" si sommino e diventino situazioni insostenibili che magari, pur sfuggendo alla nostra memoria, ci impediscono di sostenere la continuazione di un rapporto così come l'abbiamo sempre vissuto.

Avete letto Perle di saggezza del vostro J...

Visto anche l'arrivo della tanto attesa bella stagione, immagino un fiorire di code di paglia, a cui tra l'altro sono allergico, in senso figurato e non, ma non temete, non c'è nessun rilevante riferimento a nessuno in particolare.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

correntone pazzesco per riuscire a leggerlo..pero' ne è valsa la pena.
Naoko

Unknown ha detto...

Brava Nao

Marta Palla ha detto...

L'esercizio più complicato è la sospensione del giudizio verso noi stessi...spesso ciò che critichiamo negli altri sono nostre proiezioni...io, in generale, preferisco cercare il significato, che può piacermi oppure no, aldilà di ogni giudizio.

Unknown ha detto...

In pratica "pensa prima a te superficiale balordo che non sei altro!!".scherzo certo.
il discorso era rivolto principalmente al significato di "quieto vivere",cosa vuol dire? davanti a evidenti torti importanti meno importanti, o anche solo un bidone o un appuntamento mancato, il significato non è difficile da trovare,ma non è neanche da cercare
Il giudizio ovviamente in ogni caso è successivo ad ogni ricerca di una spiegazione, come il cercare una giustificazione a tutti i costi per comportamenti altrui è per me spiacevole.

Marta Palla ha detto...

Beh quella del "quieto vivere" è una pratica buddista... La mia domanda è: perchè ad un certo punto una serie di torti meno importanti diventa importante? E' semplicemente una questione di "accumulo"...non lo so. Forse, più che il significato dei comportamenti altrui, dovremmo cercare i nostri significati. Sono solo riflessioni personali, il tuo post mi ha fatto pensare, poi capita di parlare "ognuno dei suoi guai".

Anonimo ha detto...

i libri della tua vita?!?:Tokyo blues norwegian wood; due di due ;ho vinto qualche cosa?
Nao - ko

Unknown ha detto...

Accumulo sicuramente, il punto è che ci sono modi giusti e modi sbagliati di comportarsi, forse è vero che ognuno ha i suoi modi giusti o sbagliati, e ognuno pensa che i suoi siano i più giusti, e "ognuno in fondo perso dentro ai fatti suoi".
Bisogna pensare tanto e avere mille attenzioni per fare in modo (certo sono piccole cose) di non dare fastidio alla sensibilità altrui.

e scusa il ritardo...